Tanto tuonò che piovve. Si sapeva, anche alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina, che i venti dell’inflazione stavano volando veloci ultimamente, e la conferma è arrivata dai dati elaborati dall’Istituto Nazionale di Statistica secondo cui, nel mese di febbraio, l’inflazione in Bulgaria è cresciuta del 10%.
Un aumento “monstre” rispetto alle medie degli ultimi 10 anni che è figlia delle ultime settimane; sì perché, a vedere bene i dati, secondo quanto analizzato dagli esperti di consulenza aziendale di VR and Partners, l’inflazione è cresciuta del 2.9% già solo tra la fine di Dicembre 2021 e l’inizio di Febbraio 2022. Mentre invece, come anticipato, tra Febbraio 2021 e Febbraio 2022 l’aumento è stato del 10%.
Di seguito vi riportiamo i generi che hanno visto un maggiore aumento dei prezzi: riso del 2,5%, farina del 4,2%, pane dell’1,1%, pasta dell’1,3%, manzo del 2,3%, carne di maiale dell’1,4%, carne di pollame del 4,1%, salsicce del 2,5, pesce dello 0,9%, latte intero e magro rispettivamente del 3,1 e del 2,9%, yogurt dello 0,9%, formaggio dell’1,6%, formaggio giallo dell’1,1%, ricotta del 2,0%, uova dello 0,8 %, burro di latte del 4,0%, margarina del 4,5%, olio di girasole dell’1,0%, mele del 5,2% %, agrumi e frutti del sud del 2,4%, pomodori del 27,4%, cetrioli del 17,4%, cavolo del 14,3%, peperone del 23,3%, cipolle mature e aglio rispettivamente dell’1,4 e del 2,2%, cipolle verdi e porri del 4,9%, ortaggi a radice (carote e barbabietole) dell’1,4%, ortaggi a foglia di 4,1%, olive del 5,1%, funghi del 2,2%, fagioli maturi dell’1,6%, zucchero dell’1,9%, aceto dell’1,6%, sale del 2,1%, caffè del 6,7%, tè dell’1,5 %, acqua minerale del 3,1%, bibite gassate del 2,2%, brandy dell’1,7%, vini del 2,3%, birra dello 0,6%.
Se ci si vuole consolare è bene sapere che ci sono anche dei generi commerciali per i quali, al contrario, si è rilevata una contrazione dei prezzi al consumo: filetto di maiale affumicato dello 0,1%, carne macinata del 3,1%, olio d’oliva – del 2,5%, patate dello 0,3%.
Nonostante la fiammata inflattiva, come ci confermano gli esperti di VR and Partners, la Bulgaria continua ad essere uno dei Paesi Europei con il costo della vita più basso; e non è un caso infatti che proprio le città di mare della Bulgaria siano diventate il “buen ritiro” di molti pensionati italiani.
Se infatti in Italia l’indice del costo della vita, al 2022, è stabilizzato a 66 punti, in Bulgaria è a soli 38 punti. Ovvero, chi sceglie di vivere la propria pensione in Bulgaria, è come se raddoppiasse il valore dell’assegno che mensilmente riceve dall’INPS.