giovedì, Marzo 28

Il via libera dell’OCSE alla Bulgaria, e le opportunità per chi investe qui

Il 25 gennaio Bulgaria, Croazia e Romania hanno ricevuto il via libera per avviare le discussioni di adesione con l’influente Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Il nuovo premier bulgaro Kiril Petkov ha ringraziato l’Unione Europea per aver sostenuto la sua candidatura per l’adesione all’OCSE, mentre in una dichiarazione il ministero degli Esteri rumeno ha affermato che l’adesione all’OCSE “rafforzerebbe il profilo internazionale del paese e fornirebbe accesso all’esperienza di un organismo internazionale apprezzato per la qualità i suoi studi economici e le valutazioni di politica pubblica. Fornirà inoltre l’opportunità di partecipare direttamente, insieme ad altri membri, alla definizione di normative internazionali nel campo del buon governo economico”.

Cosa significherà questo, una volta che l’ingresso sarà perfezionato? Lo chiediamo come sempre agli esperti di VR and Partners, società di consulenza aziendale, sull’asse Bulgaria-Italia, operante a Sofia?

“Come l’adesione all’UE fu un primo importante passo avanti per il commercio bulgaro, in quanto poneva le basi per un libero scambio delle merci (e delle persone) con i Paesi dell’Europa Occidentale, allo stesso modo l’ingresso nell’OCSE determina un’ulteriore passo in avanti per chi fa impresa in Bulgaria” – ci dicono gli esperti di VR and Partners. “Significherà infatti allargare il bacino dei potenziali Paese verso cui esportare prodotti e servizi con procedure più semplificate. Inoltre l’adesione all’OCSE, da parte della Bulgaria, significa anche un implicita accettazione degli standard delle migliori democrazie occidentali, da parte dello Stato Balcanico, una accettazione che significa maggiori stabilità e prospettive.”

“Con l’adesione all’OCSE ” – concludono gli esperti di VR and Partners – “chi oggi decide di delocalizzare in Bulgaria può, più serenamente, porre le basi per un progetto imprenditoriale di lungo periodo, e quindi meno influenzabile dall’instabilità politica che spesso, in passato, ha riguardato queste nazioni dell’Est Europa”.